Quercia da sughero dalla natura l’isolamento acustico più naturale

Un materiale mediterraneo dalle origini antichissime

È atossico, biologicamente puro, inalterabile, impermeabile, traspirante, resistente… Tutto questo è il sughero, che ha anche il pregio di essere “mediterraneo” e di proliferare in gran quantità nei boschi di alcune regioni della nostra penisola: in Sicilia, lungo la fascia tirrenica e soprattutto in Sardegna, dove in tempi remoti le popolazioni locali se ne servivano per costruire piatti, ciotole per bere e utensili d’uso domestico.

Il bosco, una fabbrica naturale

Ogni bosco, oltre a essere importante per l’equilibrio dell’ecosistema, è una fabbrica naturale non inquinante di materie prime. Questo è vero perché gli alberi che ci danno il legno, a differenza di quanto succede per materie quali il carbone e il petrolio, possono ricrescere.

Ogni foresta, è una sorgente inesauribile di ossigeno, di salute e di legno.

Nel caso del sughero questo è doppiamente vero, perché per ottenere questo materiale ecologico per eccellenza non si procede ad alcun disboscamento: gli alberi infatti non vengono tagliati, ma semplicemente decorticati e la corteccia di sughero si rigenera col tempo.

Pregi e curiosità di un materiale naturale dalle mille sorprese

Il sughero è un isolante elettrico, al punto che Alessandro Volta se ne servì per costruire la sua prima pila. Inoltre se viene utilizzato come rivestimento in una stanza impedisce alle particelle di polvere di circolare nell’aria: ciò convinse lo scrittore francese Marcel Proust, affetto da una forma cronica di asma da fieno, a servirsene per foderare la sua stanza parigina in Boulevard Haussmann.

L’albero del sughero

Il sughero è ricavato dalla quercia da sughero, in latino “Quercus suber”, appartenente alla famiglia delle fagacee. Si tratta di un albero sempreverde che può raggiungere anche i 20 metri di altezza, con foglie semplici a lamina coriacea, fiori unisessuali e frutti costituiti da ghiande ovoidali della lunghezza di 2/3 cm.

Le radici sono sempre molto profonde e consentono alla pianta di resistere alla siccità. La “ricchezza” di questa pianta è però data dalla doppia corteccia: quella più interna è chiamata “madre” ed è composta da tessuti fibrosi nei quali scorre la linfa ed è ricoperta dal “fellogeno”, che genera un tessuto morbido elastico e spugnoso, il sughero.

L’habitat ideale della quercia sughera è l’area mediterranea: Italia, con l’80% della produzione concentrata in Sardegna, Sicilia, Toscana, Corsica, Spagna, Portogallo, Marocco e Algeria. Si è tentato di impiantare la coltivazione anche in California, Sudafrica e Cina, ma con risultati mediocri dal punto di vista quantitativo e qualitativo.

Una corteccia… per le nostre case

Il sughero non è altro che il “vestito” dell’albero omonimo “Quercus suber” ed è proprio questo particolare che deve aver spinto i nostri antenati a interessarsi delle sue proprietà, scoprendone i vantaggi. Proprio come la pelliccia di un animale, il sughero protegge il tronco della pianta dagli agenti esterni (caldo, freddo, umidità) e garantisce la traspirazione.

Inoltre il sughero protegge il tronco dal fuoco in quanto, carbonizzando in superficie in caso di incendio, evita che possa bruciare il tronco stesso o che il calore possa compromettere le funzioni vitali della pianta.

In più, anche se agli alberi questo serve meno, protegge dai rumori, grazie a una particolare elasticità e al peso specifico che ne fanno un isolante ottimo nel dissipamento dell’energia sonora.

Insomma il sughero fa già in natura quello che dovrebbero fare i muri di una buona casa: isolare dal punto di vista termico e creare una efficace barriera acustica tra l’interno e l’esterno.

Suberis: vestirsi di sughero

Sempre parlando di qualità, non stupisce aver visto il sughero sbarcare anche nel mondo dell’alta moda, con la stilista sarda Anna Grindi che ha riscoperto alcune sue antiche proprietà per farne un prodotto raffinato per l’abbigliamento: si chiama “Suberis”, vestirsi di sughero…

In Vino… veritas

Quercia da sughero e vite da vino sono due piante solari e mediterranee, cresciute una a fianco dell’altra, un motivo ci sarà: un vino prestigioso viene conservato in bottiglie di vetro con tappi di sughero. Da qualche tempo si vedono anche turaccioli in materiale plastico, ma si considera una soluzione adatta solo ai vini di scarsa qualità.

La resistenza

Il sughero, quando è di qualità, è inalterabile, non si deforma e non si decompone perché è inattacabile da muffe, insetti e roditori, che lo trovano fortunatamente indigesto.

La grande resistenza di questo materiale è dimostrata dai mille impieghi: guarnizioni per motori e tubi idraulici, solette per calzature, rivestimenti edili per l’isolamento bioclimatico e acustico, oltre ovviamente ai turaccioli per le bottiglie di vino.