Sia in fase di progettazione, sia in fase di ristrutturazione di un qualsiasi ambiente abitativo spesso si trascurano alcuni aspetti. A prima vista possono sembrare insignificanti, ma possono rivelarsi particolarmente importanti per chi vi abita
Un esempio tipico è rappresentato dai “ponti termici“: Parti di una struttura abitativa che presentano uno squilibrio termico identificabile in corrispondenza dei pilastri, delle corree, delle travi orizzontali e, soprattutto, negli angoli. Avrete potuto constatare anche voi come in molti casi siano tra le parti più trascurate di un’abitazione. Quando, però, ci si accorge di loro, molto spesso è ormai tardi per intervenire adeguatamente.
Infatti sono questi, angoli e parti estreme dei locali, i punti in cui più facilmente si formano condense e quindi muffe. Da qui la necessità di intervenire preventivamente su questi punti dei locali per garantirsi un ambiente salubre. Come, è chiaramente intuibile: attraverso un adeguato isolamento.
Ma non solo delle pareti perimetrali, come spesso succede: non è sufficiente! Per evitare la possibilità del formarsi di ponti termici bisogna che ci sia una perfetta continuità dell’isolamento tra la parete perimetrale, la sua copertura e il suo sottofondo.
Ecco perché l’intervento più sicuro e radicale è quello di costruire un’ulteriore muratura e interporre nel mezzo un isolante termico.
Potrebbe però essere più che sufficiente a garantire lo stesso risultato un buon isolamento a cappotto, soprattutto lungo e sotto i cordoli delle solette, intorno alle travi e ai pilastri. Si raccomanda, naturalmente, di non trascurare quella parte dell’abitazione da cui è più facile che entri il caldo o il freddo, cioè il tetto; altrimenti una parte dei benefici ottenuti attraverso l’isolamento delle pareti e dei relativi ponti termici sarebbe annullata.
Questo perché i ponti termici più dannosi si creano proprio lungo le gronde, nell’intradosso e nell’estradosso, in particolare dei tetti in cemento armato. Tuttavia sono molto vulnerabili anche quelli in legno dove le travi portanti sono inserite nella struttura muraria. Crediamo sia quasi inutile aggiungere che un adeguato intervento di questo genere porta degli indubbi vantaggi sotto l’aspetto termico. A questo punto non resta che decidere in funzione al problema su quale sistema e tipo di isolante utilizzare.
La nostra esperienza ci ha sempre dimostrato che i migliori risultati si ottengono utilizzando il sughero biondo naturale.
Perché? Perché è facile da applicare, nelle dimensioni e negli spessori adeguati a qualsiasi tipo di intervento, è sano proprio perché “naturale” e con caratteristiche tali da assicurare sia l’isolamento termico che quello acustico. Il sughero si è sempre rivelato un prodotto che garantisce quel comfort abitativo di cui si è sicuramente alla ricerca. Ogni tipologia di intervento richiede una specifica qualità e spessore del pannello di sughero biondo naturale.
Soluzioni
Altri requisiti sono quelli dello spessore, della densità e della granulometria.
Se si utilizza per il getto nel cassero, è preferibile utilizzare un pannello di sughero biondo naturale compresso con una granulometria media 4/8mm SoKoVerd.AF, al fine di ottenere una buona adesione al calcestruzzo. Diversa è la situazione se il rivestimento delle travi e dei pilastri si esegue in un momento successivo al getto.
È preferibile utilizzare un pannello di sughero biondo naturale superkompatto con una granulometria fine 2/3mm SoKoVerd.LV o pannello di sughero biondo naturale supercompresso levigato KoFlex, incollandolo alla superficie con apposito ancorante cementizio PraKov. In entrambi i casi i pannelli, se non vengono rivestiti con dei laterizi, dovranno essere intonacati. L’apposito intonaco minerale KoMalt.G inserendo una rete in fibra di vetro KoRet. Sulla superficie ottenuta, si potrà effettuare qualsiasi finitura sia per interno che per esterno.