Il sughero è un tessuto vegetale costituito da un insieme di cellule chiuse, aventi forma, struttura e disposizione molto particolare
La natura ha la quercia da sughero in un lento processo evolutivo che dura da milioni di anni.
La struttura della pianta da sughero
Le cellule, dalla struttura alveolare unica, stanno disposte molto regolarmente in una concentrazione di 40 milioni per centimetro cubo, sono pieno di gas, la cui composizione è molto simile all’aria, e conferiscono al sughero la sua speciale elasticità.
Strato esterno della pianta da sughero
Gli alberi non vengono mai scortecciati, in quanto causerebbe la morte. Infatti al di sotto della corteccia si trova il tessuto vitale della pianta Cambio.
Il tronco della quercia da sughero, a differenza di altre piante, ha la particolarità di ricoprirsi di una doppia corteccia. Il nucleo Madre o Libro, è formato da tessuti fibrosi, lunghi e finissimi, tenaci e flessibili, dove ramificano infiniti capillari o vasi linfatici.
Per impedire la rapida evaporazione di questi liquidi nella stagione calda o l’eccessivo raffreddamento in quella fredda, con conseguenti ostruzioni della circolazione, il Libro della quercia si ricopre di un mantello Fellogeno, che genera a sua volta un tessuto cellulare morbido e spugnoso, ottimo isolante dal caldo e dal freddo e perfettamente impermeabile.
Tale tessuto si stratifica di anno in anno e una volta raggiunto un certo spessore, ecco il Sughero, l’isolante naturale per eccellenza in quanto a caratteristiche e a composizione naturale, come solo madre natura può costruirlo e garantire la qualità.
Corteccia della pianta da sughero
Ogni centimetro cubo di questa corteccia è formato da milioni di cavità aeree rivestite di resina, aventi ognuna 14 sfaccettature. Queste minuscole cavità aeree si comprimono sotto pressione e riprendono la dimensione originaria quando la pressione cessa.
La metà del volume del sughero è costituito da aria, caratteristica che lo rende un ottimo isolante termico e acustico. L’operazione con la quale viene staccata la prima volta la corteccia dalla pianta è la Demaschiatura.
Il sughero ottenuto con questo primo raccolto Sugherone o Sughero Maschio, è irregolare e grossolano, la pianta viene spogliata soltanto per i primi 2 metri.
Questo primo sughero non viene impiegato, essendo molto rugoso, legnoso e screpolato, viene però macinato e usato per lo più per la fabbricazione di agglomerati.
Quella della scortecciatura è una vera e propria arte, che spesso viene tramandata di padre in figlio, e che nessuna maschiatura nel corso dei secoli è riuscita a sostituire.
Infatti, un colpo d’ascia sbagliato, con conseguente squarcio del legno e lesione dello strato rigeneratore dei tessuti vitali, potrebbe provocare la formazione di nodi nella corteccia successiva e quindi un grado di qualità inferiore.
Ogni operazione successiva alla prima è la Decortica, dà un sughero diverso rispetto alla prima, di qualità nettamente migliore Gentile o Sughero Femmina.
Decortica della pianta da sughero
La scorza messa a nudo dalle varie decortiche è tenera e umida, poi, diventando più dura e più spessa, forma la Schiena, al di sotto della quale si ricostituisce il nuovo strato di fellogeno, il quale continua a generare il sughero.
E’ importante sottolineare come l’eccezionale capacità di riproduzione della sughera sia subordinata al fatto che le decortiche vengano eseguite a regola d’arte, senza intaccare i tessuti vitali della pianta.
Con la decortica della pianta, si va a spogliare un punto del tronco sempre più elevato fino a raggiungere progressivamente anche i rami più grossi, mentre la base del tronco deve essere sempre ben pulita in modo da impedire l’insediamento dei parassiti.
Se queste successive operazioni vengono fatte a partire dal momento in cui la pianta ha raggiunto una certa età almeno vent’anni, nel modo e nel periodo d’estate, in quanto nella bella stagione il tronco si restringe per via della disidratazione, la linfa sale e la crescita è più intensa, la sughera può essere sfruttata anche per più di un secolo.
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