Tutti i segreti dell’AIA

La vita contadina in mostra per l’esposizione di Milano

La Storia


Inserita nei percorsi di Expo e raccontata in un libro

Expo 2015 passa anche da Verderio. Nel comune brianzolo ora unificato, i visitatori dell’Esposizione Internazionale di Milano verranno accolti all’AIA, raro esempio di essiccatoio naturale per granaglie ora trasformato in museo della “Vita contadina del Novecento”.
A restaurarlo dieci anni fà erano stati Angelo Verderio e sua moglie Ornella Carravieri, fondatori dell’azienda di bioedilizia, leader in Italia per l’applicazione del sughero naturale nell’isolamento acustico e bioclimatico di ambienti. Una delle tante eccellenze del “made in Italy”.

Un esempio di artigianato avanzato di metà Ottocento, anticipazione della tecnologia ora appllicata ai prodotti naturali. L’AIA, ora raccontata in un libro di Giulio Oggioni, è inserita nei percorsi museali per Expo della provincia di Lecco e in ville aperte di Monza Brianza. Il 9 febbraio in Via Sernovella la presentazione dell’opera. Coverd è nata nel 1984 – racconta Verderio – i primi capannoni sono a due passi da qui. Da trent’anni lavoriamo il sughero biondo per l’isolamento acustico e termico. Ci serviamo solo di quello italiano, coltivato in Sicilia o Sardegna. Crescendo, l’attività aveva bisogno di spazi. Dagli anni ottanta vivo a Verderio con la famiglia. Nel percorso casa-lavoro passavo ogni giorno davanti all’AIA. Sapevo che, nel 1863, quando il conte Confalonieri l’aveva aperta, era stata un progetto avanzato di tecnologia naturale dell’Ottocento.

Angelo Verderio

“Ci siamo innamorati di questo angolo che ancora conserva le tradizioni del territorio.”

Anche il rapporto di lavoro che l’aristocratico meneghino aveva costruito con i contadini consentiva ad entrambi di migliorare la vita. Pensai che avremmo potuto spostare qui la nostra sede. Chiesi un appuntamento ai proprietari e con Ornella entrammo. I rovi avevano invaso un po’ tutto, ma fu colpo di fulmine. Ci innamorammo di questo angolo di Brianza che ancora conserva la storia contadina e del territorio. Restaurato, ci dicemmo, l’antico edificio sarebbe diventato il miglior biglietto da visita per la filosofia Coverd. Da oltre quarant’anni utilizziamo il sughero naturale per isolare ambienti; pavimenti, pareri, soffitti, gli impieghi sono molteplici. Certo per realizzare i nostri progetti usiamo la tecnologia più avanzata, ma la sostenibilità ambientare resta la caratteristica necessaria.

Quello che volevamo fare, era raccontare il passaggio dal progetto artigianale del conte Confaloneri, ora museo, a quello industriale dell’azienda. Ci sembra di esserci riusciti. Scuole, come la Silvio Pellico di Lecco, asso azioni, ambientalisti. A visitarci arrivano in molti. La Coverd è leader in Italia – sottolinea ancora Verderio – abbiamo isolato grandi e piccole residenze, gli studi di Mediaset e di Mtv, le sale proiezioni del Politecnico, le multisale delle Torri Bianche di Vimercate. Ora stiamo lavorando per il Grand Hotel di Tremezzo. Accanto a me ci sono Diana e Massimo, mia figlia e mio genero. Siamo stati pionieri. La Coverd – conclude l’imprenditore – è lecchese. Il marchio Bioedilizia, che è anche il titolo della nostra rivista, è depositato al tribunale di Lecco. Ai visitatori di Expo, racconteremo anche questo.


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