La memoria contadina rivive nel libro AIA di Verderio

Un modello di crescita che unisce agricoltura, cultura e sostenibilità

L’ex essiccatoio di granoturco è stato inserito negli itinerari del Touring e del Fai. Verderio: “In vista di Expo potrà attirare un buon flusso di visitatori”.

Verderio. Il cibo come nutrimento non solo degli individui ma anche dalla comunità. Quello che è stato attualizzato da Expo 2015 è in realtà un concetto ben più antico, concetto cardine della società contadina della Brianza.

Quando nel 1857 l’AIA sorse, per volontà del conte Luigi Confalonieri di Milano, era il punto di ritrovo dei braccianti che, tutti i giorni, qui portavano il granoturco ad essiccare sulle lastre di granito, sistema ingegnoso e unico nel suo genere. E così è stato fino alla seconda metà del XX secolo, quando la società rurale ha ceduto il passo ad una realtà maggiormente industrializzata.

È dedicato proprio alla memoria della tradizione contadina e alla storia dell’AIA il nuovo volume scritto dallo storico Giulio Oggioni ed incentivato da Angelo Verderio, titolare della Coverd, che assieme alla moglie Ornella Carravieri ha voluto e finanziato il restauro della prestigiosa struttura. La nostra è una società che ha le sue basi nella cultura contadina ha spiegato Oggioni ma oggi tendiamo a non ricordarcene. L’AIA è una costruzione unica nel suo genere: oltre ad essere una struttura all’avanguardia è stata per decenni il cuore pulsante della comunità verderese. Ringrazio la famiglia Verderio che mi ha data fiducia per questo progetto.

Il volume è nato anche per un esigenza pratica: fornire del materiale ai tanti visitatori e alle scolaresche che all’AIA di Verderio e al museo contadino si recano in visita. Questo libro non è un punto di arrivo ma di partenza ha spiegato Angelo Verderio – è nato per essere un riferimenti per i visitatori, ma l’occasione della pubblicazione è stata buona per celebrare i 150 anni della costruzione dell’AIA e il trentesimo anniversario di fondazione della Coverd. L’AIA è stata inserita negli itinerari del Touring Club e del Fai e siamo certi che, in vista di Expo 2015, potrà attirare un buon flusso di turisti.

Alla stesura del libro ha collaborato anche l’architetto Samuele Villa, che ha seguito le fasi del restauro. Lo storico Marco Bartesaghi ha invece ripercorso le tappe salienti degli ultimi decenni di storia dell’AIA. Toccante il momento in cui è stata ricordata la famiglia Milla, ebrei verderesi morti nel campo di sterminio di Auschwitz. Alla presentazione del libro, che è stata patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole, dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione Lombardia, ha inoltre partecipato l’onorevole Veronica Tentori, membro alla Camera della Commissione Agricoltura. L’AIA è un bene architettonico che per la sua unicità rappresenta un eccellenza e narra una storia profondamente radicata sul territorio, legata al mondo contadino – ha spiegato la Tentori.

Questo libro segna il coronamento di un progetto di restauro, ma anche l’inizio di un percorso a lungo termine che prefigura una visione strategica: un nuovo modello di crescita che unisce agricoltura, cultura e sostenibilità. Il museo della vita contadina è importante per riscoprire la tradizione agricola e per far conoscere alle nuove generazioni l’importanza di questo settore che oggi racchiude in sé enormi potenzialità. Questo, unito all’architettura dell’essicatoio, unica nel suo genere, rappresenta un’ottima opportunità per attirare visitatori all’interno del circuito turistico.


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