Emission Zero: un cappotto in sughero per l’inverno e per l’estate

Mica sono tutte rose e fiori, riprogettare energeticamente un edificio non è una cosa che si improvvisa, non c’è “una soluzione”, ma tanti interventi, ognuno dei quali porta la sua fetta di risparmio e ha dei costi.

Il “giochino” è calcolare il rapporto costi-benefici in relazione alle proprie disponibilità.

Ad esempio, isolando il solaio o il tetto si può generare un risparmio del 17%, del 25% facendo un intervento analogo sui muri perimetrali, serramenti adatti possono consentire un risparmio del 13%, mentre un sistema di ricambio dell’aria non lasciato all’improvvisazione della massaia che al mattino spalanca tutto e sprimaccia i cuscini, fa risparmiare il 10%. Seguono, in ordine di importanza allineati attorno al 9% le perdite dal pavimento, quelle legate a diseconomie dell’impianto termico, quelle per un uso irrazionale dell’elettricità e la produzione di acqua calda per uso sanitario. Fonte: www.minergie.ch

Siamo partiti dunque dal “bersaglio grosso”, così, anche se la casa è stata costruita in un materiale, per l’epoca (1992) già coibentante, abbiamo pensato al “cappotto”.

Il “cappotto” può essere di vari materiali naturali (sughero, lana di roccia, fibra di cellulosa, ecc…) o sintetici (il polistirolo e i suoi cugini maggiori). Su quale sia meglio e sui vantaggi e svantaggi di ciascuno si potrebbe scrivere un “trattato” ma non è questa la sede. In ogni caso qualunque sia il materiale scelto si devono superare dei problemi legati allo spessore che si aggiunge ai muri perimetrali.

Ipotesi e possibilità

Abbiamo valutato una serie di ipotesi, da quella più impegnativa (20 centimetri di fibra di cellulosa) ma avrebbe fatto assomigliare la casa ad un contenitore termico, a quelle “slim” che permettevano di non intervenire sulle soglie esistenti, ma realizzando risparmi poco significativi.

La scelta è caduta su pannelli di sughero biondo dello spessore di 10 cm.

Occorrerà tuttavia intervenire sulle soglie delle finestre prevediamo tre possibilità:

  1. spostarle, smontando il serramento, già dotato di doppi vetri atermici, ancora in perfetto stato, che vi è appoggiato sopra (se questo non si danneggia)
  2. aggiungere un “pezzetto all’esterno della lunghezza della coibentazione aggiunta per riportare l’effetto finale (in questo caso non risolvendo il problema del “ponte termico” generato da una soglia che per un errore di costruzione arriva fino a filo del muro interno
  3. ricoprirle con una soglia più sottile, separata dalla prima da uno strato di materiale isolante (risolvendo solo parzialmente il problema di cui al punto precedente).