Fasi lavorazione del sughero – Coverd
L’asportazione del sughero viene effettuata d’estate, quando la pianta è in piena attività e la corteccia si stacca più facilmente.
- Se questo intervento è fatto per la prima volta, generalmente quando l’albero ha fra i 30 e i 50 anni, si chiama demaschiatura. Le decorticazioni successive avvengono per legge con intervalli di almeno dieci anni. L’operazione è molto delicata. La tecnologia non è ancora riuscita ad inventare una macchina che sostituisca il lavoro degli “scorzini”. Sono utilizzati tutt’oggi nel sistema adottato da francesi e spagnoli nel 1800. Con un’accetta speciale si incide la corteccia all’altezza della prima biforcazione dei rami e la si apre fino al piede con un taglio longitudinale.
- In seguito la corteccia viene trasportata nei cortili dei sugherifici, dove resta alcuni mesi a stagionare.
- La fase successiva è quella della bollitura. Avviene a 120° e che serve per rendere sterile e più elastica la corteccia.
- Sottoposte all’azione della temperatura e alla successiva pressatura, le plance di sughero perdono il loro naturale aspetto curvo. Risultano così pronte per tutte le lavorazioni richieste. Nel caso dei prodotti per l’isolamento, l’ultimo passaggio vero e proprio consiste nella macinazione. Avviene in un mulino di frantumazione e che permette di ottenere un granulato “biondo” dalle forte proprietà coibenti.
- Seguono la selezione delle varie granulometrie e il confezionamento. Il granulato può essere utilizzato sfuso (per esempio nell’isolamento delle intercapedini e dei sottofondi) oppure pressati in pannelli di diverso spessore.