Ultimato il certosino restauro conservativo nei modi che abbiamo illustrato, nella parte sotterranea dell’Aia è stato ricavato un museo della vita contadina tra l’Ottocento e il Novecento. Lungo i sette cunicoli, disegnati dalle linee dei pilastri e dei muretti di pietra (tanti quanti i locali dell’edificio sovrastante), si possono ammirare interessanti fotografie, attrezzi e utensili dell’ultimo secolo, ormai scomparsi dalle moderne cascine e alcune ricostruzioni ambientate di luoghi di vita rurale. Queste ultime, installate nei cinque anfratti esistenti tra le fondamenta dell’edificio e il camminamento ortogonale che collega a nord i cunicoli dell’Aia, formano cinque stanze dedicate ciascuna a un particolare ambiente di un’antica cascina contadina brianzola.

Vi si riconoscono una cucina e una lavanderia, dove le donne trascorrevano parte della giornata nel disbrigo delle faccende domestiche, una cantina-segheria dove gli uomini provvedevano alla creazione e alla riparazione dei loro utensili e di quel che occorreva per la casa, e infine il ricovero degli attrezzi usati per il lavoro nei campi: aratri, zappe, falci e quel che serviva per il governo degli animali. Agli attrezzi usati per coltivare e lavorare i doni della terra è interamente dedicata una delle ambientazioni, la più importante visto il contesto, che ripercorre le fasi di raccolta, essiccazione e trasformazione dei cereali, soprattutto granturco e grano molto diffusi da queste parti.

Tutte le fotografie e gli oggetti custoditi nel museo sono originali e provengono dalle tantissime antiche cascine della Brianza, ma soprattutto da quelle locali, donati o acquistati dai rispettivi proprietari e nella maggior parte dei casi sottratti all’oblio e alla distruzione. Al restauro degli attrezzi e degli utensili, quasi sempre necessario, ha provveduto dal 2004 al 2006 Mario Carravieri, padre di Ornella e suocero di Angelo Verderio, al quale il museo: “Vita Contadina del Novecento” è stato dedicato nel febbraio 2007 a pochi giorni dalla sua scomparsa. Oggi il percorso museale, che collega gli aspetti di interesse ingegneristico e architettonico dell’Aia alle sue origini contadine e alla volontà di ripercorrerne la storia, è visitabile dalle associazioni culturali, dalle scolaresche e da chi desidera approfondire la conoscenza antropologica del territorio.

Esso rappresenta, anche per il futuro, un patrimonio culturale per la collettività. L’Aia antica e quella attuale: tradizione e modernità nell’arte di costruire case a misura d’uomo nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda. Le splendide fotografie dei vari locali e di molti altri particolari costruttivi e artistici, che fanno seguito a questa breve introduzione, aumenteranno di certo la curiosità di voler conoscere tutta la bellezza e la caratteristica di questo museo “Vita Contadina del Novecento.”